"Barba" Giovanni Renier Vescovo

         

VESCOVO E CONTE DI FELTRE E BELLUNO (1855 - 1871)

 CAVALIERE del Reale Ordine de' SS. Maurizio e Lazzaro

CAPPELLANO  D'ONORE del S.A.I. Ordine Costantiniano di S. Giorgio di Parma

PRELATO DOMESTICO DI S.S. PIO IX, Assistente al Soglio Pontificio

Uomo d'aspetto grave e sereno, di bell'ingegno e d'ottimo cuore, oratore valente e infaticabile, poeta e scrittore, cittadino onesto, Vescovo pio e benefico, di costumi semplici intemerati, nemico acerrimo dell'adulazione, per l'indole franca e leale che avea sortito dalla natura, non piaggiò chicchessia per avere cariche ed onori. Lasciò molti scritti, quaresimali, poesie, canti, ecc, molti dei quali rimasti inediti; tra questi le sue "Riminiscenze" dalle quali si riporta quanto scrisse di sè:

".......meno le due decorazioni venutemi dalla Duchessa di Parma e dal Re Carlo Alberto, non ebbi dai principi che graziose parole, perchè non seppi mai sollecitare nè adulare. Scevro di ambizioni e di speranze, fui sempre alieno dal corteggiare i felici del mondo, se nol fosse talvolta per altrui giovamento. I posti, la fortuna, le grandi cariche, anche ecclesiastiche, sono assai volte di chi sa procacciarsele, nè il merito personale vi ha sempre la maggior parte. Iio non mi dico nè meritevole, nè umile, dico solo che arrossirei di me stesso laddove fossi giunto a mercar onori od impieghi coll'arte del cortigiano".

Nacque a Castello di Godego (TV) il 29 Gennaio 1796 alle ore 2 da Francesco Renier di Zuanne e Pierina Michielatto di Simion. Battezzato nella Chiesa Parrocchiale "S. Maria Nascente" di Castello di Godego il 31 Gennaio 1796, dal parroco Mons. Antonio Maria Corner, con i nomi: Giovanni - Antonio, essendo padrini: Angelo Smania fu Francesco e Francesco Simioni di Santo.

Giovanni Renier frequentò le prime classi in paese, poi passò per gli studi ginnasiali nelle scuole di Castelfranco, dove in quegli anni era direttore Don Sebastiano Soldati che sarebbe divenuto in seguito Vescovo di Treviso. Nel novembre del 1816 Giovanni Renier potè entrare nel seminario di Treviso. Compì tutti gli studi con somma diligenza, e nel 1819 conseguì il 1° premio; poi si dispose a ricevere la sacra ordinazione. Nell'estate del 1819 ricevette a Treviso la sacra ordinazione tra la gioia dei congiunti e paesani, poi ritornò a Godego per celebrare nella sua chiesa il Divin Sacrificio. Nel novembre dello stesso 1819 fu hiamato ad insegnare grammatica nel ginnasio di castelfranco dove egli aveva fatto i suoi primi studi. In quella scuola vi studiava un suo fratello (Antonio) anch'egli avviato al sacerdozio. Appassionato cultore della bella letteratura il Renier si dedicò con zelo e amore all'educazione dei giovani. Rime e sonetti erano di moda, ed anche il Renier cominciò a scrivere. In quegli anni l'ordinamento scolastico medio si disponeva in un arco di cinque classi: tre di grammatica e due di umanità e retorica. L'anno scolastico iniziava il 12 novembre e terminava il 23 agosto. Gli alunni non potevano uscire dal collegio che a corsi ultimati, e solo 5 volte all'anno per un pranzo presso parenti o amici. Le visite, solo il giovedì dalle 9 alle 12. Nelle prime tre classi si studiavano la grammatica e la sintassi latina, con lettura di Fedro, cornelio Nepote, Cicerone, Ovidio, Virgilio ecc. Nelle classi di umanità si leggevano i poeti Omero, Platone, Demostene, e Plutarco. Nelle superiori si studiavano la lingua e lo stile, con elementi di arte poetica e di eloquenza, leggendo le opere filosofiche e retoriche di Cicerone, Cesare, Livio, Virgilio e Orazio; ache il greco era studiato cinque anni con Esopo, Luciano ecc. Le lezioni di materie scentifiche venivano impartite come elementi di cultura generale. Nel 1821 Giovanni passò al ginnasio superiore come umanista.

Nel 1823 - e fino al 1827 - divenne Cappellano a Coste, vicino Asolo, ai tempi in cui Angelo Dalmistro fu arciprete (proprio il Renier dettò l'epigrafe che è al piede dalla facciata della chiesa di Coste d'Asolo, e tenne il discorso commemorativo pubblicato a Treviso nel 1840). Scrisse proprio a Coste il suo primo quaresimale che recitò ad Asolo nel 1826. Predicò in seguito un ottaviano a Bassano sempre molto applaudito. Nel 1827 predica la quaresima nella Cattedrale di Feltre e benchè alla prime armi coglie applausi straordinari. Costretto ormai dal nuovo ministero di predicatore, dovette lasciare "cogli occhi molli di pianto e coll'affanno nel cuore" come lui scrisse, la Parrocchia di Coste. A Cividale del Friuli predicò la quaresima del 1828 dove fece la conoscenza di Michele Della Torre, archeologo. Nel 1829 predicò la quaresima a Parma e nell'ultimo giorno fu tanto il lavoro fisico e mentale, che dopo l'aver predicato per ben sei volte i nervi non lo ressero più, e per un forte convulso non potè prender cibo e riposare la notte. L'imprudente sforzo lasciò il segno: al mattino i capelli sulle tempie erano improvvisamente diventati bianchi. A Parma come premio del felice esito della sua predicazione fu insignito del titolo di Cappellano d'Onore dell'Ordine Costantiniano di S. Giorgio. A Venezia disse il suo quaresimale nel 1830. Nel gennaio del 1831 si recò a Vienna per predicare il quaresimale nella chiesa degli italiani. Nel 1832 fu a Rovigo, nel 1834 a Padova. Durante la predicazione tenuta a Milano nel 1835 ebbe modo di incontrarsi e fare amicizia con Alessandro Manzoni.

La predicazione del 1836 fu un vero trionfo: tanta era ormai la fama di questo oratore che anche i personaggi più illustri accorrevano ad ascoltarlo. Il 18 marzo nella chiesa di Savona erano ad udire la sua predica la regina Maria Cristina vedova del re Carlo Felice, il cardinale di Genova, l'arcivescovo di Cagliari, e i vescovi di Savona ed Albenga. Nell'avvento dello stesso 1836 predicò a Mantova e nel 1837 il quaresimale a Trieste, in quella città conobbe l'avv. Rossetti e lo scrittore Francesco dall'Ongaro. Passò poi a Verona, Padova, Desenzano, Crema e Andria. Ai primi del 1838 era a Cremona e in quella città conobbe l'abate Aporti fondatore degli asili d'infanzia. Fu poi chiamato a Roma per il quaresimale a S. Lorenzo in Damaso. Il Papa Gregorio XVI informato del buon esito della predicazione lo volle a pranzo con sè, insieme ad altri prelati. Si recò poi a Napoli e Pompei.  Nel 1839 predicò la quaresima a Venezia, nel luglio dello stesso anno moriva il padre. Nel 1840 fu di nuovo a Vienna. Ritornò in Italia e verso la fine di quell'anno predicò la novena dell'Immacolata in S. Petronio a Bologna. Nel 1841 ritornò per il quaresimale a Milano, qui rivide il Manzoni e conobbe l'Ambrosoli e Cesare Cantù. Nel 1842 il Vescovo di Treviso mons. Sebastiano Soldati - un tempo suo protettore ai tempi del liceo - gli affidò l'arcipetrato di Mestre. Nel maggio del 1843, tra le più festose accoglienze, don Giovanni Renier faceva il suo solenne ingresso a Mestre come nuovo arciprete. Tenne il suo ultimo quaresimale a Torino invitato personalmente dal re Carlo Alberto; come riconoscimento il re lo decorò con la Croce di Cavaliere dell'Ordine de' SS. Maurizio e Lazzaro. In quel periodo conobbe e si legò in amicizia con Silvio Pellico. Durante i 12 anni di parrocato a Mestre passò con i suoi parrocchiani momenti veramente drammatici come per l'assedio di Venezia del 1848-49 (del quale scrisse la cronaca pubblicata nel 1896) e per l'infierire del colera dove dimostrò coraggio e fervore e mai abbandonò i suoi figli.

Nel 1854 pubblicò a Venezia per la tipografia di P. Naratovich il poemetto" I colli Asolani", diciassette ottave, per onorare le nozze di Angelo Giacomelli con Maria Rosmini di Rovereto, figlia dell'avvocato Pietro, primo cugino del grande filosofo Antonio Rosmini.

Allorché Antonio Gava rinunciò all'episcopato, venne nominato in sua sostituzione da Pio IX vescovo di Belluno e Feltre. La consacrazione episcopale avvenne con grande solennità nella cattedrale di Ceneda (ora Vittorio Veneto) il 30 marzo 1856. Consacrante fu il vescovo Bellati, assistito dai vescovi Manfredini e Gava. Come di rito fece prima che a Belluno il suo ingresso a Feltre il 5 luglio 1856. Il 20 luglio 1856 entrò a Belluno. Nel primo anno consacrò la chiesa di Auronzo. Nel 1858 compì la sua prima visita pastorale in Cadore. Nei primi giorni del maggio 1861 tenne nella Cattedrale di Feltre il Sinodo Diocesano. Nel 1862 pubblicò "Lettere intorno all'esercizio pratico della sacra eloquenza". Nel 1863 consacrò la chiesa di S. Nicolò di Perarolo. Nel 1864 compì la sua seconda visita pastorale. Nel novembre del 1969, dopo essersi rimesso da un colpo apoplettico, partì alla volta di Roma per partecipare  al Concilio Vaticano I°. "Consumato dalle fatiche di una vita che fu per lui un continuo pellegrinaggio di città in città, di borgata in borgata, non insensibile a tanti dolori morali che sono largo retaggio di tanti Pastori", Mons. Giovanni Renier moriva santamente a Belluno il 22 aprile 1871 all'età di anni 75 e mesi 3 - dopo 15 anni di Episcopato e 52 di Sacerdozio. Fu sepolto con solenni esequie nell'abside "in cornu epistolae" della Cattedrale di Belluno. Due anni dopo, nel 1873, un violento terremoto (che causò gravi danni) fece crollare l'abside della Cattedrale; le spoglie del Vescovo Renier assieme ai resti di altri Vescovi, finirono tra le rovine del sottocastello. Pietosamente raccolte furono trasportate in un'apposita tomba davanti all'altare della S. Spina. Una lapide al lato della sagrestia ricorda i nomi dei Vescovi sepolti.

Un suo lascito permise nei decenni successivi di far studiare gratuitamente seminaristi e religiose della famiglia Boffo, nati a San Zenone degli Ezzelini, nipoti e pronipoti dell'amata sorella Lucia, moglie di Giovanni Boffo, e mamma del "nostro" capostipite Boffo Felice.

Il ritratto ad olio si trova nella sacrestia del Duomo di Feltre.